venerdì 31 agosto 2007

Infinito e alto

Stamane ti guardavo e non smettevo di stupirmi di fronte a tanto. Ti tingi di rosa quando debole e furtiva l'alba fa capolino ad oriente, divieni specchio dell'infinito mare lungo il giorno e bruci di passione appena prima che le tenebre ghermiscano il giorno. Divieni poi trasparente messaggero di luci da altri mondi quando la notte, calma e greve, tutto ammanta di buio e silenzio. I cirri prima e quando gli spumosi nembi si fanno minacciosi dopo, mostri la forza di chi sembra muover le cose da sopra, burattinaio del creato e signore delle cose. Folgore e tuono illuminano e sconquassano la notte mentre piangi tempesta e torrenti piovani tutto portano di nuovo al mare e tutto torna quieto, calmo e rosa nel primo mattino del mondo. Grazie cielo.

giovedì 30 agosto 2007

Attenti al troppo divieto

Quando si dice la combinazione. Ieri sera, fermo sulla linea di testa al semaforo di corso Moncalieri all'altezza della Gran Madre (per chi non conosce Torino = fermo ad un incrocio molto trafficato), una ragazza con un velo di semplice quanto elegante trucco da clown inizia a lanciare in aria dei birilli per quel che avrebbe dovuto essere un improvvisato numero per giocolieri. Una ragazza ferma sulla sponda del corso attende il verde per attraversare mentre all'altra i birilli, ahimé, continuano a cadere.

E' visibilmente imbarazzata e contrariata quando la ragazza che inizia ora ad attraversare le fa un cenno come dire "non sempre le cose vanno come devono". Non si parlano ma, grazie a quell'intesa di cenni ed espressioni, ridono allegre entrambe. Io ho un euro che mi rimane in mano perché la ragazza-giocolliere, per una sua corretta etica, dal momento che il numero non le è riuscito come avrebbe dovuto, non passa a chiedere oboli.

E' evidente che non si può generalizzare tra chi con tracotanza pretende denaro per una prestazione non richiesta e l'esempio citato ma la norma se emanata non fa distinzione alcuna e il piano sul quale risiedono tanto coloro che lavano i vetri quanto quelli che si esibiscono in qualche modo, è il medesimo. Allora ripeto il monito di attenzione perché massificare e generalizzare impedendo, vietando e mortificando, impedisce e mortifica lo stato di diritto quando non anche l'arte.

mercoledì 29 agosto 2007

Grigio no vero

Mi duole, per una volta, non convergere col figlio del grande maestro di Diritto Romano Giuseppe Grosso (Carlo Federico), nella stessa visione di un problema. Se sotto il profilo squisitamente giuridico infatti, quell'ordinanza (che comunque andrebbe letta) che vieta ai lavavetri di Firenze di svolgere quel... Lavoro, viene tutelata e quindi coperta sul piano delle sanzioni comminabili dall'art. 650 del Codice Penale, è pur vero che sotto altri aspetti molto, secondo me, andrebbe detto.

Distinguendo il malandrino dall'onest'uomo, ché questa distinzione vale in ogni ambito, perseguendo il primo, tutelando il secondo, quest'ordinanza apre una via a mio vedere molto pericolosa. Arrestando gli accattoni, i parcheggiatori abusivi, coloro che stazionano al di fuori dei supermercati accontendadosi della moneta inserita nel carrello, i venditori abusivi (dalle chincaglierie ai fiori nei ristoranti) e chissà quante altre categorie di... Poveri, non si elimina la povertà: si nasconde, questo sì, la propria incapacità ad aiutare chi povero e senza tetto è che è cosa diversa.

Possiamo disquisire all'infinito sulla necessità di bloccare le immigrazioni (anche se le vere e proprie transumanze di disperati non c'è via per impedirle o limitarle) ma una volta qui, non possiamo emettere un'ordinanza che diviene un'ordinanza contro il diritto alla vita. Trattiamo invece e questo avrebbe ogni forma di tutela morale oltreché giuridica da * terroristi * gli incendiari. Mi incuriosisce questa nostra incapacità a dare un peso alle cose e a trovare il grigio tra il bianco e il nero

martedì 28 agosto 2007

C'è un modo?

Qualcuno dei molti lettori di questo blog conosce un modo per poter scioperare o in qualche modo dimostrare la propria contrarietà al venire quotidianamente investiti da manifestazioni di ottusità e ignoranza? Mi si potrebbe accusare di esser troppo vago faccio dunque alcuni esempi.

Primo. Salgo su un treno dai finestrini sigillati e l'aria condizionata spenta, la gente (molta) è paonazza, si fa aria come può, il puzzo è irrespirabile. Raggiungo il controllore (donna) che candidamente afferma: "Sì l'ho spenta io c'era UNA signora che aveva freddo"...

Secondo. Il campionato di calcio. Non ho esempi specifici: tutto il campionato di calcio è manifestazione di ignoranza e ottusità e non mi riferisco allo squisito esordio ma all'insieme. Ci sono mille sport ai quali dedicarci con altrattanta passione, trasporto, impegno e, se volete, profusione di denaro.

Terzo. Le uscite di Bossi o, meglio, Bossi e la sua schiatta nell'insieme. Non se ne può oltre: si facciano le loro sagre di polenta concia si vestano da pagliacci e ci lascino in pace.

Quarto. Chi in auto guida pensando a quanto sta dicendo al telefono (auricolare o meno), sta pensando alla rata del mutuo o alle tette della collega e rallenta in mezzo alla strada mentre la mente vaga per lidi inusitati ma certamente non quelli che il suo corpo sta frequentando: la strada e il traffico che è espressione di "comunità". In una comunità non si è soli e... Ecco il giallo. Lui passa io no.

Quinto. L'insolenza della cronaca. Mi spiego. Non sopporto quando i giornalisti pur svolgendo il loro lavoro diventano ossessivi, petulanti e stupidi. A chi ha appena subito la perdita per una morte violenta hanno il coraggio di domandare se può perdonare l'assassino del suo caro. Cosa vorrebbero sentirsi rispondere? Io semplicemente risponderei "perdono lui ma non lei per la sua pervicace idiozia". Fine dell'intervista.

Ecco se qualcuno, di grazia, avesse un consiglio al riguardo, gliene sarei infinitamente grato anche a nome della mia famiglia gatto compreso.

lunedì 27 agosto 2007

Sottovoce

Ho sempre nutrito un forte interesse verso questioni e norme ecclesiastiche. L'interpretazione degli editti Papali e delle dichiarazioni Vaticane. Forse perché da quasi ateo -almeno nell'accezione illuminista del termine- riesco forse a non viziare il mio giudizio col mio personale sentire. In quest'ottica ho sempre mostrato grande e ferma simpatia verso la Chiesa Valdese.

Sì Sua Santità Ratzinger, io la chiamo "Chiesa" e ne fregio l'appellativo con l'iniziale maiuscola perché vede Papa Ratzinger la Chiesa è quella che riesce ad unire fedeli nel nome del Signore. Lui ha reso noto quali i precetti per viver la vita in Suo nome e alla Chiesa spetterebbe il compito di indirizzare verso quei precetti col criterio di indirizzo e non di permissione o divieto.

Sbaglio o la Chiesa Cristiana specie da ultimo impartisce regole di vita che nulla ma proprio nulla hanno a che vedere con quei precetti? Cosa aveva a che vedere con la dottrina cristiana il tuonare del Cardinale Ruini contro le intercettazioni telefoniche che avevano (a ragione) qual obiettivo l'ex Governatore della Banca d'Italia? Quale il senso e in che cosa si sostanzia il rispetto alla volontà di Dio nell'impiantare contemporaneamente tre embrioni nell'utero di una donna senza alcuna esame preventivo sull'embrione. Crede proprio -Sua Santità- che quelle coppie portatrici di malattie genetiche e infettive debbano meritare simil castigo?

No Santità, la CHIESA VALDESE non è solo una comunità ma un felice consesso che predica la parola di Dio sottovoce e senza limousine.

sabato 25 agosto 2007

Attimi

Il senso del tempo me lo ha dato un passsero con un filo di paglia nel becco, il senso dell'ovvio me lo ha dato il mio gatto che crede che l'acqua salga al rubinetto, il senso della vita me lo danno gli occhi stanchi di mio padre e ciò che mi piace pensare sia il senso dello spazio lo trovo in una spiaggia deserta sul freddo mare del Nord.

Quando sole e poi vento, pioggia e neve completano il ciclo dell'anno e l'azzurro diviene blu, cerco la luna, fedele compagna delle mie notti mentre lontano cerco l'infinito in un attimo di vita.

venerdì 24 agosto 2007

Educazione e stile

Un poco mi duole l'ostentazione che invero trovo fuori luogo e un poco volgare dell'abbronzatura particolarmente marcata. E' normale in estate se solo ci espone al sole quell'acquisir colorito che come tutti sappiamo altro non è che reazione della pelle ai raggi ultravioletti particolarmente incidenti in estate. Atteso che l'esagerazione porti all'invecchiamento precoce della cute, in periodi ove un'oggettiva contrazione della spesa per la semplice ragione che il denaro viene ahimé a mancare a molti, porta altresì a una caduta di gusto e una maleducazione davvero greve.

Mi raccontano che negli anni '50 quando erano proprio pochi coloro che potevano permettersi un soggiorno al mare, i fortunati, curavano di non esporsi eccessivamente al sole non per quei danni irreversibili di cui sopra (ancora sconosciuti) ma per la semplice regola che vuole far della buona educazione, stile di vita.

giovedì 23 agosto 2007

Emozioni forti e apparire

Diciamoci tutta la verità: chi a vent'anni non ha cercato almeno una volta un'emozione un pochino più forte che non dimenticare a casa il velo della messa e chi (forse non solo a vent'anni) non si è mai sentito almeno un poco sedotto dalla possibilità di apparire?

All'inizio di agosto, una sera, stavo facendo delle fotografie in Torino quando Gianfranco Bianco del Telegiornale Regionale del Piemonte, in giro per interviste e col quale mi ero complimentato per il buon lavoro che conduce, a mia insaputa mi ha fatto riprendere e poi intervistato. Non l'ho scritto al Papa ma poco è mancato perché a coloro che mi sono vicini ho imposto di guardare il Regionale del Piemonte perché... C'ero io! Di fatto mi son visto solo io ma questo poco conta e non fa di me colui che ora ha il diritto di saltare in cattedra a puntare il dito verso le gemelle di Garlasco.

D'accordo, non ho speculato sulla morte di qualcuno ma non ho vent'anni. A vent'anni l'ottica attraverso cui si guarda al mondo e al prossimo non è esattamente uguale a un videogame ma poco manca. A vent'anni si vive sull'onda dell'effimero e sempre a vent'anni il confine tra il giusto, il lecito e il proibito (dal buon gusto e dalle convenzioni sociali) è confine tanto più debole quanto i genitori hanno loro permesso più di ciò che hanno vietato.

Non giustifico quelle due ragazze ma nemmeno le condanno. Se ragazze intelligenti il nostro orrore di certo servirà loro da monito e lezione. A quel cretino del loro padre piuttosto, farei pervenire l'invito a non lanciar strali contro la stampa e, se posso, suggerirei di vergognarsi.

martedì 21 agosto 2007

Cosa ci tocca sentire

Quand'ero giovane non capivo quale fosse la ragione che impediva l'arresto di questo o quel capo famiglia mafiosa o altra simpatica associazione a uccidere e delinquere. Qualcuno mi ha poi spiegato che il nostro diritto è garantista e prevede -in parole povere- che il fellone venga colto in flagrante.

Alla luce delle recenti dichiarazioni rilasciate alla tv (e pertanto udibili da chiunque abbia il dono dell'udito) dal Sindaco di Conca dei Marini(1), 697 abitanti, 606 abitazioni: Luigi Criscuolo, non lasciano dubbi e dovrebbero garantire al primo cittadino un posto sicuro alla casa circondariale di Salerno. Il solarium in legno là crollato che ha causato una vittima e due feriti gravi, non è da ritenersi abusivo ma forse sì, ha dichiarato il Criscuolo sulle prime e, alla seconda domanda circa la possibilità che ve ne siano altre di terrazze abusive, il galantuomo ha replicato: "forse sì forse no, come si fa a saperlo? Dovremmo controllare la costa dal mare". Per inciso faccio notare che lo Slogan della città è "Città dei Naviganti".

Ora, che il sindaco di un paesino di 697 abitanti la cui densità per Kmq è pari a 683,3 (il che dimostra che son tutti concentrati nello stesso spazio) non sappia e, peggio, si schernisca sul fatto ch'egli non può sapere se nel territorio da lui amministrato vi siano degli abusi edilizi, dimostra a mio avviso una mancanza grave da doversi punire senza indugio alcuno.

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(1) - Fonte: www.comuni-italiani.it

lunedì 20 agosto 2007

Quante parole noi

Nel relitto del palazzo ex sede della Deutsche Bank a New York scoppia un incendio e disgraziatamente muoiono due pompieri. Questa la notizia. I commentatori delle varie testate giornalistiche non si soffermano sulle ragioni che -in sei anni- non hanno ancora consentito né la demolizione del palazzo danneggiato e inagibile dopo l'attentato del 11 settembre 2001, né la rimozione delle macerie considerate pericolose e dannose per la salute stante l'elevato tasso di amianto. Se mai analoga "dimenticanza" fosse occorsa nel nostro Paese darebbe ora stura a polemiche infinite, palleggi di responsabilità, interpellanze governative, chieste le dimissioni del Governo in carica, Enea e Arpa sotto accusa, Mastella minaccerebbe apparentamenti obliqui, Casini chiederebbe al Cavaliere di prendere posizione, il Cavaliere direbbe che il leader di Forza Italia è lui (non c'entra ma lo direbbe), Bossi direbbe che lui l'aveva detto (cosa?) e infine Prodi scuoterebbe il testolone dicendo che ora il Governo porrà rimedio.

Tutto questo accadrebbe e forse fin di più. In America? Oh nulla: Bonnie Bellow portavoce dell'Environmental Protection Agency si è limitata a dire che l'incendio si è sviluppato al 17esimo piano del palazzo, che non era ancora stato completamente ripulito dalle macerie contaminate e tossiche. Punto.

domenica 19 agosto 2007

Anche se non un sorriso

I primi rientri, le prime piogge e un'altra estate se ne va. Il lavoro che solo ieri si era lasciato con l'idea che la sua ripresa sarebbe stata tanto lontana nel tempo che fin noi saremmo stati diversi. C'era la fretta di chi deve partire ha già il mare negli occhi ma c'era anche la consapevolezza di coloro che non sarebbero mai partiti e non per scelta. Tutto c'era in quegli sguardi di quelli che ho visto salutarsi alla fine di luglio scendendo dai treni che di prima mattina portano i pendolari in città. Mi piaceva guardare quei sorrisi carichi di speranza quasi come se i giorni a venire dovessero dischiudersi in chissà quale meraviglia.

Lunedì per alcuni sarà il rientro e non mi vengano a dire che il riposo rinfranca e carica di una nuova voglia la ripresa del lavoro. Agli ammministratori delegati, forse. A chi manovra un altoforno, prende un treno e poi un bus ed è sempre in ritardo per tutto fin anche a veder crescere i suoi figli, questi primi giorni dopo le vacanze sono un macigno.

Un'altra estate se ne va. Se almeno i problemi dell'autunno ci venissero per un anno, condonati, non dico un sorriso ma almeno su quei volti vedremmo occhi più sereni.

sabato 18 agosto 2007

Si vive di Rating

Le prime pagine dei giornali e l'apertura dei notiziari televisivi è interamente occupata dalla caduta a peso morto degli indici azionari delle Borse di tutto il mondo. La cosa divertente (se così si può dire) è che le maggiori Società di rating (Moody's e Standard and Poor's) erano qualche giorno fa in pieno disaccordo tra loro. Una riteneva conclusa la caduta dei titoli, l'altra no. Ora, mi domando, se nemmeno costoro soloni della finanza mondiale non solo son d'accordo tra loro ma nemmeno avevan previsto perdite sino a mille milioni di Euro circa nel suo complesso (basti dire che la Commissione Europea indaga sul ritardo nell'avviso agli investitori da parte di entrambe le citate società), come potremo fidarci dei loro rating ovvero della loro classificazione delle imprese mondiali? Come mai sempre così attente a giudicare le nostre imprese e poi così allegre nel giudicare quelle d'oltre oceano?

Ho sempre trovato stucchevole ancorché comprenda della necessità a fortiori del giudizio di terzi in casa nostra. Pensioni comprese.

venerdì 17 agosto 2007

Piazza San Carlo - Ricordi

Dico subito che per i non torinesi le righe che seguono potrebbero rivelarsi di nessun interesse a meno che tra noi pochi (tra chi scrive e chi legge) non vi sia qualche studioso di filosofia e amante delle belle lettere.

Lo scorso 14 agosto ho trascorso una bella serata in compagnia dei miei genitori, seduti su una panchina in Piazza San Carlo proprio di fronte al monumento a Emanuele Filiberto. Alla nostra sinistra la Chiesa di Santa Cristina a destra via Maria Vittoria. Ho così avuto modo di ricordare un episodio che mi si impresse nella mente. Poteva essere verso la fine degli anni '70 quando una sera al tramonto in quella che doveva essere tarda primavera, sull'angolo tra via Roma e via Maria Vittoria (dove c'era Galtrucco) vidi, fermi nell'angolo, di fronte a piazza San Carlo: Norberto Bobbio e Luigi Firpo dialogare tra loro.

Vero che non potei cogliere l'immagine dei due studiosi che nel loro concitato dire erano del tutto al di fuori dalla realtà che li circondava, vero che ben rammento il tramonto sulla piazza con colori indimenticabili e vero anche che mi guardai attorno per vedere se qualcun altro si stava accorgendo di esser di fronte a due dei massimi filosofi del nostro tempo, tutto vero, anche l'angoscia che provai nel non poter suggellare quell'attimo ma grande e bello e indimenticabile è quel ricordo che se, forse, avessi potuto cogliere con l'occhio della macchina fotografica, avrei oggi più sbiadito il senso di gratitudine verso il destino.

mercoledì 15 agosto 2007

Ferragosto, nessuno al suo posto

In punta di piedi, in un'estate tutt'altro che torrida ecco giunta la festa di mezza Estate: Ferragosto. E' il giorno in cui pare un attentato alla salute psichica se solo si ventila l'ipotesi di non partire non si sa per dove pur di partire, andare, via via. Lontano. Oddio, "lontano" è una parola grossa poiché il più delle volte ci si blocca alle porte di altre cittadine di mare o montagna dove tutti sembrano essersi dati appuntamento dal momento che son fuggiti da tutto.

Chissà dove viaggerà oggi la fantasia del bimbo trovato in un ipermercato alle porte di Torino e tenuto in grembo da una mamma che non è la sua e dove viaggerà quel ragazzo che ieri sera l'ho visto sciogliere nell'acqua presa da una fontana due bustine di zucchero, facendo così cena e dove, infine, quel signore che a un parcheggio due giorni fa mentre aspettavo il turno per uscire l'ho visto tendere e poi nascondere la mano furtiva. "La ringrazio di cuore" mi ha detto in un italiano perfetto senza inflessioni per un euro.

Chissà, chissà dove saranno mentre noi ci sentiremo aguzzini per aver trattato da mostro (o semplice evasore), Valentino Rossi da Tavullia dove mi dicono è stata persin costruita una università che l'ha laureato. Solo lui. Poi è stata abbattuta.

martedì 14 agosto 2007

La Locandiera

Amando la politica nel significato, assicuro, più puro del termine perché amante di ciò che regola la vita pubblica, vivo -in questi giorni- con un po' di angoscia e delusione questo continuo rimbrottare da parte dell'Unione Europea il nostro Governo. Che concerna questioni economiche interne al nostro Paese, le pensioni o qualcuna delle forse infelici dichiarazioni del Presidente del Consiglio, giù botte. Mi angoscia perché, francamente e al di là del fatto ch'io non ne veda il motivo, mi piacerebbe capire anche se mi pare vi sia del pretesto forse di rimando a un torto subito. D'accordo su tutto ma l'UE dovrebbe avere respiri assai più ampi che non favorire il parmezan, il cioccolato fatto senza burro e si riservi fin anche di ritenere inapplicate direttive europee sulla gestione dei nomadi (cosa quest'ultima peraltro non vera).

Che abbia ragione chi da sempre sostiene che avremmo fatto meglio star fuori dall'Europa? Non lo credo neppure per un attimo ma che ognuno, per cortesia, stia al suo posto che la UE faccia la UE e non la servetta cara a Goldoni.

lunedì 13 agosto 2007

Disperati e soli

Chi non ha provato sgomento nel vedere e sentire dell'orrenda fine di quei quattro piccoli alla periferia di Livorno e chi non ha mai provato fastidio nel vedere quegli accampamenti alla periferia delle città. Come si concilia la tolleranza con la paura che, diciamocelo, è ben legittima ma non posso tollerare l'ipotesi, che forse ha valenza maggiore del solo supporre, che degli zingari le amministrazioni comunali non si occupino perché a fondo perduto. Nemmeno mi piace, ora, quel partire lancia in resta da parte di tutti facendo anche di questa vicenda, motivo di scontro tra fazioni politiche che nell'effimero agostano si presentano con magliette firmate per sentenziare sul nulla. Ciò che davvero conta e che strazia è sapere quei bimbi là, in un freddo obitorio con nelle orecchie le parole del medico legale che disse di quei due dei quattro corpicini trovati abbracciati tra loro nell'insitintivo disperato e strenuo tentativo di tener lontana la morte. Disperati e soli.

domenica 12 agosto 2007

Giustizia popolare

Sia i delitti efferati, quelli cioè tanto premeditati quanto pregni di violenza, sangue e orrore, sia i delitti gratuiti, commessi per ignavia, indolenza, mancanza di qualsiasi senso civico, non sono frutto del nostro tempo. Da sempre la collettività fa cerchio attorno a delitti che vuoi per l'alone di mistero che li circonda, vuoi per lo sdegno e la rabbia che evocano, accendono l'interesse dei più. Posso anche aggiungere che da sempre il vociar di popolo invoca una Giustizia a dir loro più... Giusta che vorrebbe punir più e meglio i colpevoli a seconda dell'emotività collettiva.

Non ricordo però questo continuo e martellante sospetto che va insinuandosi -già per parte giornalistica- e che vuole i Giudici incompetenti in ogni provvedimento preso col dubbio siano fin anche correi col malfattore. E' un sospetto questo tanto brutto quanto fondato su basi fortemente errate. Proviamo sempre a giudicare non col cuore ma almeno un minuto dopo aver capito, aver letto la sentenza, aver presente la norma e solo allora, forse, il nostro sarà un giudizio sereno.

sabato 11 agosto 2007

E per tetto...

L'ho vista poco fa attraversare il cielo. Una stella cadente perché per un momento si possa perpetuare la volontà di chiedere al destino la realizzazione di un desiderio spesso improbabile a volte impossibile e a volte magicamente lì, da cogliere appena si volge lo sguardo sulla terra dove impotenti, lontani e infinitamente piccoli, gli uomini, continuano a sognare nonostante tutto. E' quasi l'alba di una notte silenziosa in una città quasi deserta. L'aria frizzante punge il volto e il cielo è una volta puntinata di infinito. E' una notte magica.

giovedì 9 agosto 2007

Affabulare e non...

Ci siamo. Con cadenza spero regolare inizia questo mio "Rappresentare, dire, narrare...". Un "rappresentare" che è esposizione di un pensiero messo a parte di chi viene a leggere e si sente coinvolto intervenendo in un commentare non solo benvenuto, ma auspicato per quel meraviglioso dono della dialettica che è in tutti. Sta dunque a noi farne arte. Un "dire" qual mezzo diretto per esprimere sentimenti o anche solo la voglia di parlarsi addosso, una forma, quest'ultima, troppo spesso liquidata per esser solo noioso affabulare senza senso. Ebbene, meno male. Ben venga la quiete del non senso, il rilassarsi nell'eloquio in un vivere dove solitamente non v'è posto né per il dubbio né per la noia mentre è così bello macerarsi nel forse e sopirsi nel grembo della parola. "Narrare" infine ma non in ultimo qual via per raggiungere la favola, sognando l'impossibile e accarezzando il fantastico.