mercoledì 20 maggio 2009

La legge delle starlette

I telegiornali, tutti i telegiornali -escluso Sky Tg24- di tutte le reti televisive italiane, lo scorso 17 Febbraio 2009 giorno in cui venne emessa la sentenza di condanna a 4 anni e 6 mesi di detenzione per Donald David Mills Mc Kenzie, circa il reato di falsa testimonianza e corruzione, han trovato di meglio da trasmettere. C'era la schiacciante vittoria del candidato del PdL alla carica di Governatore della Sardegna, c'erano le contestuali dimissioni dal PD di Walter Veltroni e c'erano, naturalmente, molte altre notizie degne di maggior nota che non la condanna dell'avvocato Mills.

In calce, per chi lo desidera riporto i fatti salienti secondo cui per i giudici della decima sezione del Tribunale di Milano, l'avvocato Mills è colpevole.

Come detto alla lettura della sentenza, le motivazioni sarebbero state depositate entro 90 giorni dal 19 Febbraio e ieri (non attendendo altri 20 giorni come suggerisce l'avvocato La Russa che con buona evidenza o non ha sentito la lettura di quella sentenza o non si ricorda che il disposto della sentenza va rispettato nel suo complesso), ciò è avvenuto.

Ieri sera era davvero divertente osservare con quale dovizia di particolari e orologiaia precisione le reti Mediaset mostravano gli accadimenti torinesi circa le manifestazioni di alcuni facinorosi (non tutti gli studenti) al corteo contro il G8 dei rettori. Le testate giornalistiche vicine (o di proprietà) del presidente del consiglio, su internet prima e su carta poi, hanno dato ampissimo risalto a quelle manifestazioni spesso scordando che quelli erano certamente deliquenti ma generalizzando verso tutti gli studenti è delinquere in pari misura. Torino in prima pagina. "La città in stato d'assedio", "Torino blindata"... Strano, lo scorso fine settimana, alla Fiera del Libro, sono transitati premi Nobel, scrittori di ogni caratura, personaggi dello spettacolo, delle arti, scienziati e... 310.000 visitatori, ma nulla. Su quelle reti (ma anche sulle reti nazionali) il silenzio sembrava d'oro. Come mai dunque, ora, tanta attenzione verso la Prima Capitale d'Italia? Non sarà che tanto interesse fosse più che altro volto a nascondere, sminuire, far passare in secondo piano le deposizione della motivazione della sentenza di cui sopra?

Ecco quindi che assistiamo a un classico esempio di informazione pilotata quando non distorta o peggio, alterata (Studio Aperto stamane che cita dell'assoluzione di Berlusconi. Si riferivano forse al peccato che vuole non venga desiderata la donna d'altri o più semplicemente aveva rubato la nutella al più piccolo dei suoi figli).

In qualsiasi Paese non delle banane, non da operetta e nemmeno particolarmente sensibile a difendere il regime delle starlette così preziose da render loro omaggio ai compleanni, non solo si renderebbe merito a tutte le inziative, specie quelle a matrice culturale come la Fiera del Libro ovunque svolta ma, e direi soprattutto, si procederebbe veloci a consegnare nelle mani del Presidente della Repubblica il mandato affinché affidi ad altri il compito di esplorare la possibilità circa la formazione di un nuovo Governo ovvero sciolga le Camere e si torni alle urne.

Come? Il presidente del consiglio si dimette? Si torna a votare? No, non mi son spiegato. Io parlavo di un Paese serio. Non del nostro.

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L'avvocato Mills, per sua stessa ammissione (ancorché in parte goffamente ritrattata), sostenne di aver ricevuto 600.000 dollari da Carlo Bernasconi quando questi era Presidente della Medusa Film, quale compenso per aver tra il resto testimoniato il falso nel processo per corruzione alla Guardia di Finanza (circa le tangenti ricevute da Fininvest) e nel processo dei fondi neri All Iberian (circa i falsi bilanci Fininvest e gli illeciti finanziamenti al Partito Socialista di B. Craxi). Per far breve una lunga storia che si può leggere QUI sembra che l'avvocato Mills abbia reso un bel servigio all'attuale presidente del consiglio il quale, grazie a Mills, alla prescrizione del reato nonché a leggi che guarda caso si son rivelate utili (falso in bilancio), ha sinora evitato la prigione. Per poco ancora ci auguriamo.

sabato 2 maggio 2009

La Ferrarina...


Si ricorda signor Presidente del Consiglio quando nel corso di una delle sue apparizioni sempre senza contraddittorio, per carità, a quella perla televisiva che prende il nome di "Porta a Porta" ella chiosò con la sua frizzante vena creatrice che la Fiat avrebbe potuto rilanciare il proprio marchio chiamando un'auto: ""Ferrarina, Ferrarelle, o la rossa""? No? Allora glielo rammento io volentieri, era il Marzo del 2005.

Eravamo a metà Marzo nel 2005 e la Fiat, in oggettiva difficoltà, stava lavorando per uscire da un periodo di crisi preoccupante col desiderio, altresì, di affrancarsi dalla General Motors cosa quest'ultima appena riuscita (Febbraio 2005). Quali dunque le strategie, i piani, i disegni, l'architettura societaria che un manager illuminato, un self made man, il tycoon della finanza prestato alla politica aveva in mente e che in tal guisa si sentì di suggerire all'amministrazione Fiat? Semplice: una banalissima operazione di facciata. ""Al suo interno - sostenne il vate - la Fiat ha un marchio con l'immagine più forte al mondo: la Ferrari"" e dunque perché non chiamare un'auto: ""Ferrarina, Ferrarelle, o la rossa"" del resto, concluse il sommo: ""l'automobile oggi rappresenta la condizione sociale di chi la guida. E ognuno di noi vuole mostrarla ai propri figli e alla propria moglie""

Delle due l'una. O quella sera il dr. Marchionne scosse il capo, spense e andò a letto, oppure si perse quest'impareggiabile lezione di economia industriale che di fatto andava suggerendo (né avrebbe potuto esser altrimenti stante la fonte) di predere in giro il prossimo illudendolo di guidare una simil Ferrari con, di fatto, una Pandina sotto il culo.

Le immagini di ieri, un poco rubate, ci danno un Sergio Marchionne che scende dall'aereo con un sacchetto della spesa tipo supermercato. L'andatura stanca, l'ufficio che lo attende per posare i documenti e poi a casa, a dormire. Sì, vivaddio l'Amministratore delegato della Fiat è uno di noi e lei, signor Presidente del Consiglio, segua, la prego anche per il suo bene -oltre che il nostro- il consiglio più volte formulatole da questa pagina: si vergogni ad ogni sorger di sole.

[l'immagine mostra la Ferrarina a pedali della Biemme - adatta ai bimbi da 1 a 3 anni]