martedì 29 aprile 2008

Della Costituzione Italiana

Coloro i quali, per età, o semplice distrazione non avessero chiarissimo cosa dica la XII^ delle "Disposizioni Transitorie e Finali" di cui alla Costituzione Italiana, volentieri rammento il primo comma: ""È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.""

Finché avrò cognizione, fiato, capacità di scrittura e fino a che mi verrà consentito, sempre alto sarà il mio grido di condanna verso chiunque mostri chiaro lo spregio a quei principi cardine che, sempre rammento, son costati sangue e vita per buona parte dei nostri genitori, nonni e avi. Che infine qualcun dietrologo di periferia o sgangherato revisionista avesse l'ardire di sostenere il contrario tanto nei confronti della Costituzione quanto nei confronti del rispetto al tricolore (che, è bene ricordare, costituisce carta igienica per il Senatore della Repubblica Umberto Bossi), andrebbe vieppiù a sottolineare quanto triviale, gretto e scurrile sia divenuto il proscenio politico al cui centro, unico e nero (letteralmente dalla testa ai piedi) svetta lui, il Capo della masnada.

[foto da Repubblica.it - Link QUI]

sabato 26 aprile 2008

Lettera aperta al Sindaco di Milano

Lei Signora Brichetto Arnaboldi non mi dirà che non rammenta quando cade il Natale vero? Ebbene, a sua futura memoria, le rammento che anche la Festa della Liberazione di questo Paese dal dominio nazista e dalla dittatura fascista cade di 25. Ha visto? Uguale uguale al giorno di Natale, solo, anziché nel mese di dicembre (non erano comodi, nel 1945, a Natale, tra tutti gli alleati e il C.L.N. a liberare l'Italia) provvidero nel mese di Aprile. A me duole molto signora Sindaco di Milano che lei si sia scordata questa data al punto di prendersi degli impegni (!!!) Ciò è sbalorditivo e, vieppiù, di quali collaboratori ciarlatani ella si avvale se non provvidero -con cortesia ed eleganza- a rammentarglielo per tempo? Ma li cacci immantinente senza perdono alcuno. Del resto Signora Brichetto Arnaboldi non ho ragione di pensare ch'ella non volesse sfilare per le vie della città così come fece il 25 Aprile 2006. Lo rammento perché di lì a poco si tennero le elezioni che la videro eletta a Sindaco di Milano. Milano, signora Brichetto Arnaboldi è città sì da bere ma bersi con Milano la sua storia che è anche storia di questo Paese non è serio e codesta città non lo merita. Come? Chi è quel buffo signore con la fascia tricolore nella foto piccola? Ah, è il Sindaco di Torino mentre appunto stava dedicando il 25 Aprile ai caduti sul lavoro e, in particolare, agli operai della Thyssen. Si chiama Sergio Chiamparino e lui sì, è persona seria. Lei si vergogni.

venerdì 25 aprile 2008

Lo sfolgorio della speranza

Oggi è il 25 Aprile. Spero che ogni buon italiano conosca la storia della sua Patria. Ogni buon italiano sappia quanti son morti in nome del tricolore e per quel vivere libero che garantisce a ognuno di esprimere il meglio di sè nel rispetto della Costituzione e delle norme che uno Stato moderno, il nostro, si è dato. La fiaccolata che ogni anno si tiene a Torino la sera del 24 Aprile, è simbolo del ricordo ma in quegli occhi gioiosi di migliaia di giovani che vi partecipano, si racchiude altresì la speranza che i valori della Resistenza restino vividi come lo sfolgorio delle loro fiaccole.

martedì 22 aprile 2008

Fuori uno.

Ricordo molto bene non senza una punta di imbarazzo quando i giornali al Nord Italia erano usi titolare: "Calabrese uccide la moglie", che se poi il cittadino di Polonghera seviziava la figlia, il titolo, in quel caso, assumeva tono di carattere generale magari con nota di sincero sgomento: "Seviziava la figlia, ora si dispera". Sicché in attesa che il presidente del consiglio italiano in pectore volesse, con l'autorevolezza che gli è propria, promuovere migliori condizioni facendo sua l'istanza di Alitalia verso il Presidente della Repubblica Francese, Air France da Compagnia seria qual è, ha preferito tagliar corto e tagliarlo fuori. Non ci resta che la "Compagnia di San Paolo" il cui istituto di credito (San Paolo di Torino) è migrato in Banca Intesa ma temo che le finalità proprie di quella Compagnia mal si combinino con le finalità proprie di una compagnia aerea. Il commissariamento prima e il fallimento poi, con tutto ciò che ne discende, sembrano dunque dietro l'angolo. Ebbene, cosa titola oggi Il Giornale? A chiare lettere: "Ecco le sorprese di Silvio" circa la composizione del Governo e poi, in un riquadro a sfondo blu: "Un reato su tre commesso da clandestini" perché si sa, i balordi son oggi stranieri, quanto ieri erano meridionali. E l'Alitalia? Oh, nulla giusto un articolo di spalla. Vergogna !

martedì 15 aprile 2008

L'arte del cantore

La statistica, come sosteneva il professor Golzio, è l'arte del contare (e non del cantore come un vile refuso andava svettando nella dispensa oggetto di studio). In questa luce guardo oggi ai miei amici, a quelli che so -anzi sapevo- esser dalla mia quando andavo lanciando le mie invettive sul grossolano minacciare di Bossi o al maldestro fare di Calderoli, con occhio diverso. Tra loro, statistiche alla mano, si annida certo qualcuno che in cuor suo, legittimamente, ha ritenuto di punire quella compagine politica in nome della quale, con buona evidenza, non si sentiva ulteriormente rappresentato e tutelato. Legittimo.

E' però anche mio legittimo e sacrosanto dovere rammentar loro che quella indispettita scelta, al di là di grossolani paragoni e battute, ha premiato chi condannato per mafia (Dell'Utri) ritiene tra il resto necessario un revisionismo circa la Resistenza e i suoi Valori, ha premiato chi (Bossi) è uso rivolgere alla signora Lucia Massarotto che ostende il vessillo nazionale (in nome del quale, ricordo, son morti in migliaia) che lui, con quella bandiera si pulisce il sedere (in verità egli usa altro simpatico sostantivo).

Mai però, in questo porco Paese, qualcun magistrato, andato ad aprire il Codice Penale all'art. 292 e letto il primo comma: ""Chiunque vilipende la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato e' punito con la reclusione da uno a tre anni"" abbia messo ai ferri quel vil bovaro, sicché, i nostri, nel dubbio e nel devastante forsennato legiferare ad uso e consumo del loro maledetto malaffare riuscirono, il 6 Luglio 2005, a depenalizzare il reato di vilipendio al vessillo nazionale.

Se ne accorgeranno tardi dunque del danno che hanno causato al nostro Paese. Un Paese che dalle pendici del Monviso, ai palazzi dell'intrallazzo meneghino, a Pontedilegno in seguito e a Venezia infine non merita chi tra il predellino di un'Audi, una porchetta e un tetrapak di vino vitupera, deride e offende la Repubblica e i suoi valori. Vergogna !

The New Deal

Venerdì 11 Aprile il TG5 delle ventimachecominciaalle19:59quandovabene si apre con un'intervista al piazzista del capello silvio berlusconi: 8 minuti cronometrati. Appena dopo, come da regolamento, un Servizio su Veltroni alla chiusura della campagna elettorale: 4 minuti e 5 secondi. Lo sospettavo. Scrivo immediatamente alla rubrica Dillo al TG5: ""Alla faccia della par condicio: 8 minuti a far parlare quel coglione contro 4 per Veltroni. Siete proprio dei servi idioti."" Non tarda a far seguito l'accolito meneghino con un imperante e maiuscolo: FIRMATI CORAGGIOSO CITTADINO. A dire il vero il form utilizzato al sito del TG5 recita: "Il tuo nome" e io misi appunto giusto il mio nome (mica chiedono anche il Cognome e, a casa mia, non basta la generalizzazione a far sottindendere anche la richiesta del Cognome).

Che invito a nozze. Ecco tosto la mia risposta: ""Oh che paura !!!! Un dotto argomentare ricco di circostanziati e puntuali elementi volti a mortificare il grezzo insulto? Certo che no: meglio, assai meglio, l'alito della minaccia scritto in maiuscolo. Già in linea col prossimo corso politico? Mi fate molta pena,"" ovviamente con Nome E Cognome. Non tarda la replica: ""Il maiuscolo e’ solo capitato,gli insulti li rivolge Lei…non ci fa neanche pena"".

Sì, il nuovo corso era già cominciato

venerdì 4 aprile 2008

Il tempo del rimpianto

Io non credo vi sia il tempo per la ricorrenza trascorso il quale essa non sia più pertinente, esiste al contrario e sempre il ricordo quando non anche il rimpianto che, vieppiù, acuisce la mancanza. Un non detto che se è vero non avrei avuto comunque mai modo di dire, v'è al contrario un comprendere per parte mia che rende tale quel rimpianto. Compresi solo negli ultimi anni del suo pontificato Karol Wojtyla.

Compresi dunque tardi l'infinita intelligenza che contraddistinse il cammino primario di quel Papa che capì come nel nuovo millenio egli dovesse spendersi mediando evangelizzazione e apertura verso il resto del mondo. Giudicai un atto dovuto quello che invece era un atto di forza là ove egli invocò il perdono per tutti i crimini commessi dalla Chiesa e sebbene rimasi folgorato anch'io dalle oceaniche folle di giovani innamorati di vita a Denver, Manila e soprattutto Roma durante il Giubileo, non compresi ch'egli stava dando a quei ragazzi giusto ciò ch'essi andavano domandando nel loro incerto cammino: qualcosa in cui credere. Scambiai quella necessità di specchiare -suo tramite- il proprio animo in Dio per isteria collettiva, fenomeni di fideismo dalla dubbia valenza sul piano della dottrina. Fui un osservatore laico poco attento anche quando bollai con lo stesso giudizio coloro che usciti di discoteca macinarono centinaia di chilometri per andare a Roma a rendergli omaggio. Se è vero che le aperture di Papa Montini in ottica a mio avviso illuminista (basti citare l'enciclica "Populorum progressio") non trovarono seguito nell'ortodossia di Giovanni Paolo II, è altresì vero che Paolo VI si mosse in un periodo storico molto diverso. Dalla caduta del muro di Berlino e della cortina di ferro del Regime sovietico, la commistione tra un capovolgimento politico e il venir meno di alcuni precetti morali, avrebbe potuto portare conseguenze ancor più temibili di quanto l'etilico vapore della libertà non esercitò di per sé nei confronti di coloro moralmente meno forti.

Averlo capito tardi mi spinge ora a rimpiangerlo fin più di coloro che gli dichiararono da subito stima e affetto. Son passati tre anni da quel 2 Aprile 2005 e di certo siamo o almeno io mi sento più solo.

martedì 1 aprile 2008

La quarta "i"

Nell'estratto video di cui al collegamento in calce al presente (a cura di tv.repubblica.it), si vede e (purtroppo) si sente il candidato premier della CdL Silvio Berlusconi, rispondere a questa domanda formulatagli durante una conferenza stampa presso Adnkronos: "Blog e informazione online stanno fortemente condizionando la campagna elettorale americana, quanto pesa internet nella campagna elettorale italiana?" risposta, appena condita da una premessa circa il vergare egli a mano i propri interventi e farlo altresì per altri : "Non sono io la persona più adatta a darle una risposta realistica e con una conoscenza del mezzo che francamante non ho. Anch'io uso il computer, uso internet ma lo usano soprattutto i miei collabratori". Atteso che la domanda non fosse esattamente tesa a renderci edotti circa le conoscenze informatiche del candidato, ciò che mi chiedo è se sotto il cerone d'ordinanza egli si rammenti del vecchio proposito scolastico di seguire le tre "i" (inglese, internet e impresa) e, comunque, cosa dobbiamo attenderci da chi non conosca il peso e la rilevanza -poca o molta che sia- che questo uso dell'informatica ha sul governo della cosa pubblica? E, ancora: lo sa Berlusconi, tronfio nella propria ignoranza, che sull'onda dei tam tam via sms e via blog si può seriamente minare la credibilità di un Governo e financo la sua stabilità politica? Mediti lui e, soprattutto, meditiamo noi.

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Collegamento a "Internet? Non conosco"