giovedì 23 agosto 2007

Emozioni forti e apparire

Diciamoci tutta la verità: chi a vent'anni non ha cercato almeno una volta un'emozione un pochino più forte che non dimenticare a casa il velo della messa e chi (forse non solo a vent'anni) non si è mai sentito almeno un poco sedotto dalla possibilità di apparire?

All'inizio di agosto, una sera, stavo facendo delle fotografie in Torino quando Gianfranco Bianco del Telegiornale Regionale del Piemonte, in giro per interviste e col quale mi ero complimentato per il buon lavoro che conduce, a mia insaputa mi ha fatto riprendere e poi intervistato. Non l'ho scritto al Papa ma poco è mancato perché a coloro che mi sono vicini ho imposto di guardare il Regionale del Piemonte perché... C'ero io! Di fatto mi son visto solo io ma questo poco conta e non fa di me colui che ora ha il diritto di saltare in cattedra a puntare il dito verso le gemelle di Garlasco.

D'accordo, non ho speculato sulla morte di qualcuno ma non ho vent'anni. A vent'anni l'ottica attraverso cui si guarda al mondo e al prossimo non è esattamente uguale a un videogame ma poco manca. A vent'anni si vive sull'onda dell'effimero e sempre a vent'anni il confine tra il giusto, il lecito e il proibito (dal buon gusto e dalle convenzioni sociali) è confine tanto più debole quanto i genitori hanno loro permesso più di ciò che hanno vietato.

Non giustifico quelle due ragazze ma nemmeno le condanno. Se ragazze intelligenti il nostro orrore di certo servirà loro da monito e lezione. A quel cretino del loro padre piuttosto, farei pervenire l'invito a non lanciar strali contro la stampa e, se posso, suggerirei di vergognarsi.

Nessun commento: