mercoledì 25 marzo 2009

Il Capitalista e il Presidente


Signor Presidente del Consiglio sono davvero lieto ch'ella ieri abbia ancora una volta potuto immedesimarsi in una delle tante variegate figure che compongono il quasi infinito albo delle professioni. Lei, per pochi istanti, ha interpretato il desiderio di migliaia di bambini (forse di ieri ma pur sempre tanti): fare il ferroviere. Ovviamente, grazie alle sue naturali doti che le garantiscono sempre una visione gioiosa della vita, non ha mancato, nel corso del viaggio verso Roma su un fiammante treno ad alta velocità, di intrattenere giornalisti e autorità con quelle amenità che le sono proprie.

Via dunque allo sguardo fiducioso verso un radioso imminente futuro fatto di grandi opere che da subito, ad esempio, prevedono finanziamenti per 23 miliardi di euro in Sicilia (ponte sullo stretto) mentre si fatica a trovare denaro per riparare ai danni delle nevicate (10 milioni in Piemonte per danni che superano i 400); un piano casa che -accidenti- è uscito in bozza su carta intestata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri senza che lei, Presidente-operaio-ferroviere-giurista, lo avesse al riguardo licenziato; l'esortazione a lavorare più e meglio (come se il lavoro non mancasse)...

E così via tra un vezzo, un lazzo, un frizzo e una cazzata, il Presidente-operaio-ferroviere-giurista-economista giungeva puntuale nella Capitale mentre chi scrive e con lui centinaia di migliaia di pendolari viaggiava su un lercio, fetido, maleodorante regionale guidato da un solo macchinista senza alcun computer se non i suoi occhi e le sue orecchie. La foto in alto Presidente-operaio-ferroviere-giurista-economista-cialtrone, è di un sedile di prima classe (ebbene sì sono un capitalista io) di uno dei regionali che fanno la spola tra Torino e Milano e dove tra il resto non si appoggia la testa per ovvii motivi. Le lascio immaginare la seconda classe. Tutto ciò per aver fatto viaggiare lei ieri ai 300 all'ora. Possibile lei non venga nemmeno sfiorato dall'alito della vergogna? No? E allora la esorto io: si vergogni !!!

mercoledì 4 marzo 2009

Il solo Leader possibile

Come detto nel titolo e come non lascerò che il lettore -pur ben disposto per il solo fatto di leggermi- scopra all'ultimo rigo, dirò subito che il mio leader del Partito Democratico, colui capace cioè non solo di traghettare la sinistra italiana fuori dallo stagno in cui si trova ma talmente degno da raccogliere ampi consensi anche dall'elettorato attualmente schierato altrimenti, è Ignazio Marino. La biografia e il tratto dell'uomo sono facilmente reperibili in linea (allo stesso riferimento qui in uno col nome) e nelle molteplici ricorrenze che i motori di ricerca offrono a suo nome.

A me, qui, piace osservare come Marino rappresenti in uno: il nuovo, e a tal proposito direi che l'età in politica conta solo sino al punto in cui il numero delle legislature che vedono attivo il candidato è da vergogna, il degno, e al riguardo credo proprio che nessuno possa nutrire dubbi e il capace, altra dote, quest'ultima, dimostrata sia dalla recente biografia politica che dal notevole trascorso professionale.

Certamente non è egli "animale politico" né la sua attività politica si è diversamente spinta se non nell'alveo delle sue conoscenze e competenze. Ciò però a mio avviso non solo non è demerito ma anzi è vieppiù nota degna di maggior attenzione. Non vi sarà mai "nuovo" se questi vien fuori dalle fila grigie e disordinate dello stantio recinto dove la fa da padrone la corrente, il passato... la casta.

Per una volta. Per una sola volta, proviamo ad affidarci a persona più degna e capace che non sorniona e scaltra. Per una volta, per una sola volta prima di consegnare definitivamente il Paese nelle mani dei soliti guitti di periferia.