mercoledì 18 giugno 2008

Parlar Chiaro


""Basta con l'abuso della pubblicazione delle intercettazioni, un sistema che ha prodotto gravi danni alle persone e guasti difficilmente riparabili alla dialettica politica e al funzionamento delle istituzioni"" Chi dice o scrive ciò? Il portavoce Bonaiuti? Il Ministro per i Beni e Attività Culturali, Sandro Bondi? L'appena eletto Commissario Europeo ai Trasporti, Tajani? Il Ministro per la Semplificazione Calder... Ah no, lui no, è un parlar troppo forbito per uscir da quella mente. Mente? Vabbé lasciamo perdere. Sacconi? Maroni? Formigoni? Quale altro cognome in rima con "oni" o quale altra mezza tacca della schiatta governativa può mai aver pronunciato quelle parole, chi? Chi? CHI?

Ma, ma io le riconosco: queste son le parole che nel lontano 2005 a proposito del non dimenticato Antonio Fazio -uomo di Chiesa, oltre che di malaffare- ebbe a pronunciare Sua Eminenza il cardinale Antonio Ruini(1). Esatto proprio lui. Del resto, appena appena dopo la visita in Vaticano (6 Giugno) il Presidente del Consiglio a Santa Margherita Ligure (7 Giugno) ha o non ha con fiera certezza assicurato che a chi intercetta e pubblica cinque anni di galera non li avrebbe tolti nessuno? Eh sì la Chiesa ama parlar chiaro.

(1) - Fonte Repubblica.it (19 Settembre 2005)

mercoledì 4 giugno 2008

Quelli che le regole

Arrivano sgommando a bordo di una vecchia Audi A4 e si infilano nell'unico posto libero. Siamo a Torino in via Monferrato. Via Monferrato la ricordavo una come una via... Timida, illuminata da quelle fioche luci tipiche delle vie lievemente dimesse non necessariamente popolari anche se via Monferrato, là alla sinistra della Gran Madre, lo era come lo era tutta quella zona delimitata, dall'altro lato, da corso Casale. Si trovavano le classiche "piòle" (l'accento sulla "o" è perché diversamente in Piemontese la "o" si legge "u" semplice, invece piola si legge come si scrive), si beveva vino discreto e si mangiava fin bene a prezzo equo. Oggi via Monferrato ha l'illuminazione e l'assetto "trendy" che, in uno ai locali alla moda (altro che piole), la inseriscono nel giro della rutilante vita notturna torinese (non userò mai il termine "movida"). Arrivano sgommando, dicevo, e si infilano nell'unico posto libero col fare da "pit stop". Non si fermeranno quindi a lungo penso fra me. Non è così: scendono in cinque e si guardano attorno quasi con aria di sfida mentre si riassettano con l'eleganza propria dei decerebrati. A proposito, quell'unico posto libero molto ma molto ben segnalato con tanto di cartello e segnaletica orizzontale (striscie colorate al suolo), è riservato a persona disabile. Ironicamente han centrato il loro posto se si considera la loro totale mancanza di cervello una invalidità che disgraziatamente, tuttavia, nel loro specifico caso, sembra comunque garantire una sottospecie di vita e se al cervello annettiamo anche responsabilità di carattere morale e di senso civico. Doti quest'ultime che paiono più afferire l'anima che non il cervello e costoro, che han capacità di voto e che certamente andranno esprimendosi a favore della messa al confino di chi loro pulisce il culo, di anima ne hanno quanta ne può avere un escremento solido di forma cilindrica.