venerdì 15 maggio 2015

La stessa pasta

La cosa più difficile dopo circa sei anni, è trovare il coraggio, nemmeno la voglia, no, proprio il coraggio, di riprendere un discorso interrotto senza una precisa ragione. La cosa che tuttavia suscita -almeno in me- un certo disagio, specie nel rileggere alcuni degli ultimi post allora pubblicati, è che se lo scenario mondiale, europeo e nazionale ha subito in sei anni veri e propri stravolgimenti, l'alveo entro cui sgomita e vivacchia la politica italiana, più o meno, è rimasto tale, un Parlamento destituito d'ogni autorevolezza a cura di un manipolo uso a maramaldeggiare.

Riprendo questo blog il giorno successivo alla presentazione da parte del Presidente del Consiglio (assurto per chiamata diretta dal precedente Capo dello Stato nemmeno a formare un governo tecnico, ma così, per simpatia), della riforma scolastica. Il dr. Renzi, utilizzando una lavagna e il gesso come la sua maestra Eda a Rignano sull'Arno, ha farfugliato 5 punti di cui, son certo, egli stesso, per primo, ha stentato a comprendere in che cosa davvero essi consistano.

La disamina puntuale richiede tempo ma la chicca scritta e più volte ripetuta a voce (tale quindi da non potersi definire banale refuso) della "cultura umanista" usando il sostantivo in luogo dell'aggettivo, che anche a orecchio suona stonato, la dice davvero lunga. Quella Cultura Umanistica a cui intendeva riferirsi e che non gli è propria, è la stessa che porto il suo degno mentore Silvio Berlusconi a definire la mai troppo compianta Margherita Hack: un'astrologa. La stessa pasta.

[foto: Emergenza Educativa di Mauro Biani Pagina - per Il Manifesto]

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