lunedì 12 maggio 2008

Una ragione per indignarsi

La prima domanda da porsi è: il dottor Renato Schifani è stato o no tra i fondatori di una società di brokeraggio: la "Sicula Brokers"? Se la risposta è "no", fine delle discussioni sul Senatore Schifani. Se la risposta fosse "sì" viene a ruota la seconda domanda: lei, Presidente Schifani, nel 1979, conobbe gli altri soci fondatori di Sicula Brokers (finanzieri del calibro di Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà)? E, ancora: ne è mai stato Amministratore? Se la risposta fosse ancora "no" la prego di voler scusare il tempo perso. Se la risposta fosse "sì" e se, come presumo, fosse "sì" anche alla domanda se lei è ta i soci fondatori nel 1992 di GMS società di recupero crediti con, fra gli altri, Antonino Garofalo, allora, in quel caso, avv. Schifani, gli indignati siamo noi e lo siamo non perché vittima del "vile" attacco da parte di Marco Travaglio ma perché un individuo come lei è stato chiamato a sedere al posto che fu di De Nicola, di Merzagora, di Fanfani e soprattutto di Spadolini. Si vergognino dunque tutti coloro che amanti del politically correct oggi le mostrano sostegno quando alto e forte dovrebbe essere invece il disprezzo e il grido di chi ha a cuore questo Paese: se ne vada.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggo testualmente da un articolo apparso su l'Unità (a firma Marco Travaglio, ovvio...)ben prima che scoppiasse lo "scandalo" contro il povero(?) presidente Schifani:

"Domanda del pm: “Schifani era al corrente degli interessi di Mandalà nell’urbanistica di Villabate?”.

Campanella (pentito ed ex braccio destro di Mandalà): ”Assolutamente sì. Mandalà mi disse che aveva fatto questa riunione con La Loggia e Schifani”. Il tutto avveniva “dopo l’arresto di Mandalà Nicola”, cioè del figlio di Nino, per mafia. Mandalà padre si allontana da FI per un po’, poi rientra alla grande, membro del direttivo provinciale. E incontra Schifani e La Loggia. Lo dice Campanella, contro cui i due forzisti hanno annunciato querela; ma la cosa risulta anche da intercettazioni. Nulla di penalmente rivelante, secondo la Dda di Palermo. Nel ‘98 però anche Mandalà padre finisce dentro: verrà condannato in primo grado a 8 anni per mafia e a 4 per intestazione fittizia di beni..."

Vale ha detto...

Sagge parole!