giovedì 6 marzo 2008

Cosa davvero c'è sotto?

Il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari, Emilio Marzano, e il sostituto procuratore della Repubblica Antonino Lupo, avrebbero -secondo stampa, TV e media in genere- espresso parere contrario alla scarcerazione di Filippo Pappalardi, papà dei due bambini di Gravina di Puglia, perché sussisterebbe il ""pericolo di reiterazione del reato"". Ora, atteso che quanto espresso tra virgolette è punto quanto gli organi anzidetti pubblicano e considerato non sembra siano stati resi pubblici gli atti in questione, ciò che prudentemente emerge è che quanto riassunto dai media possa considerarsi troppo semplicistico. Se esaminiamo il concetto spesso riassunto del "pericolo per sé e per gli altri", che nell'art. 274 del c.p.p. (Esigenze cautelari) viene ripreso dal terzo comma, vediamo come la misura cautelare viene tra il resto disposta quando: ""sussiste il concreto pericolo che questi commetta gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale o diretti contro l`ordine costituzionale ovvero delitti di criminalità organizzata o della stessa specie di quello per cui si procede"". "Della stessa specie" dunque e ciò cosa sta a significare? Che il Pappalardi -imputato per l'uccisione dei figli- potrebbe uccidere altri bambini. Quali? Quelli che han visto i suoi figli salire sulla sua auto, chi altri se no? E voi credete proprio che tanto Filippo Pappalardi quanto i PM di Bari siano così ingenui? Delle due quindi l'una o le motivazioni sono tanto più sottili quanto maggiormente circostanziate o v'è persecuzione nei confronti di quell'uomo.

2 commenti:

Vale ha detto...

L'unica spiegazione plausibile è che abbiano in mano qualcosa...

Anonimo ha detto...

Se Pappalardi è colpevole, speriamo abbiano in mano qualcosa, perchè altrimenti... stanno rovinando la vita di una persona che sta già vivendo una terribile sofferenza.