domenica 27 gennaio 2008

Primo Levi e le Primavere mancate

Shoah in ebraico significa "distruzione". Si discute, par strano, sulla terminolgia più corretta per definire lo sterminio degli ebrei e non solo, nei campi concentramento nazisti. Esistono situazioni che non possono venire circosritte in un termine perché non esiste un vocabolo che renda anche solo l'idea di quanto vorremmo descrivere. Io ricordo il suicidio di Primo Levi. Si uccise in una bella giornata di primavera del 1987, era l'undici Aprile ed era sabato. Ricordo che andai a passeggiare in corso Re Umberto in mezzo alle piante secolari che delimitano il corso e che erano un'esplosione di foglie verdi stagliantesi nel cielo blu... E io mi chiedevo perché. Perché non in una fredda e grigia giornata invernale. Ma la primavera per Primo Levi non infondeva speranza alcuna. Come molti ebrei sopravvissuti, in quel campo di Auschwitz liberato il 27 Gennaio del 1945 dai soldati dell'Armata Rossa, maturò la convinzione che mai l'avrebbe lasciato e quindi davvero liberato, di esser colpevole. Colpevole di essere sopravvissuto e mai primavera per lui, sarebbe esistita ancora.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E'la tua acuta sensibilità. Poche parole e, credo, hai centrato lo spirito di ciò che ha spinto Levi a suicidarsi e l'essenza di ciò che ognuno avrebbe il dovere di ricordare.
luigi

Anonimo ha detto...

Spesso mi sono chiesta come era veramente vivere in un campo di concentramento, credo che non ce l'avrei mai fatta. Primo Levi aveva di sicuro una sensibilità straordinaria e questo per alcuni è un vero pericolo di morte...un abbraccio dalla Sicilia liberata...Carmela.

Vale ha detto...

Già ai sopravvissuti è stata negata la possibilità di essere un po'felici dopo..

Anonimo ha detto...

grazie di cuore per il tuo scritto, fabrizio, sempre puntale, fluido ed estremamente sensibile.
grazie ancora una volta.
La mia scarsa cultura fa si che non mi esprima, ma il sapore tra le labbra è molto amaro...

Anonimo ha detto...

Gli ebrei hanno rifiutato,giustamente, la parola Olocausto.
Scriveva Eliot: "Aprile è il più crudele dei mesi".
Buona giornata, Fino