martedì 15 gennaio 2008

Galileo non c'entra

Premesso che chi scrive non foss'altro per aver a suo tempo visto uno splendido Tino Buazzelli in la "Vita di Galileo" (di B.Brecht regia di G.Strehler) ricorda con assoluta precisione il processo, l'inquisizione e l'abiura. A dire il vero lo ricordo per averlo anche studiato ma mi piace passare per la cruna dell'ignoranza nella quale s'è inteso cacciare gli studenti di Roma.

Non posso ahimé fregiarmi dell'etichetta "costituzionalista" di cui il professor Rodotà -che abbraccio- è stupendo portatore ma, assicuro chi avesse la ventura di leggermi, conosco piutttosto bene tanto l'impianto costituzionale quanto l'architettura giuridica che nel nostro Paese per quanto minata, scalfita e impoverita è, e spero resti: forte, alta e sublime.

Queste due premesse alla risposta che qui vado formulando per comodità al commento di Luigi riferito al mio "A casina sua, a casina sua", le dovevo a coloro che leggendomi avessero ritenuto quel dire frutto del peggior taglio di un'ottima partita di eroina. No e lo ripeto magari in grassetto e in rosso: il Papa, questo Papa, sta a casa sua.

Il Papa, questo Papa, sta a casa sua perché:

- in primo luogo l'Università è statale e vivaddio laica. Qualora il Rettore Guarini pur subendo il fascino della tradizione, abbia perso parte di quella magnificenza che la carica invero imporrebbe, è bene rammentargli che il Papa, questo Papa, è anche colui che non più tardi di cinque giorni or sono ha versato fiele sulla gestione di quella Città, di quella Provincia, di quella Regione come mai s'era udito prima (1). Giudizi severi, forse giusti e forse doverosi ma certamente non volti a creare presupposti di distensione. A dire il vero a quel dire da satanasso il Vaticano ha fatto seguito causando -se possibile- ancor più imbarazzo

- in secondo luogo se è allo studioso, all'uomo di cultura che indendiamo spalancar l'uscio, deontologia vorrebbe che all'uditorio venisse concesso il diritto di replica. Nel programma dell'inaugurazione dell'Anno Accademico (non ancora -curiosamente- modificato mentre scrivo sul sito dell'Università) si legge che al termine della cerimonia (che prevede una lectio magistralis dal titolo: "Pena senza morte") avrebbe dovuto seguire ""una sua -del Pontefice ndr-riflessione alla comunità universitaria e visiterà la Cappella universitaria restaurata di recente."" Noi della riflessione di un Papa, questo Papa, che non perde occasione per imporre l'oscurantismo di quell'inquisizione che piegò (e piagò) Galileo, ne facciamo volentieri a meno. Se proprio crede la vomiti da casa sua ma non qui a casa nostra.

- in terzo e ultimo luogo il Papa, questo Papa, ha modo un giorno sì e l'altro pure per rammentarci come le nostre povere e inutili vite siano destinate a dissolversi nel fuoco eterno. Se per un giorno, domani, ne farà a meno davvero non ci dorremo.

A casina sua quindi il Papa, questo Papa.

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(1) - Discorso di Sua Santità BENEDETTO XVI agli Amministratori della Regione Lazio del Comune e della Provincia di Roma

5 commenti:

Anonimo ha detto...

No caro Fabrizio: tartufo bianco e nulla di meno.
La mia diversa opinione che, non è né tartufo né vangelo si è radicata ancora di più avendo ascoltato i tristi figuri in parlamento. Gente dabbene ha dovuto perfino imgollarsi maroni che parlava di "intolleranza".Sì! proprio il leghista, perfino un leghista.
In sostanza penso che consentire perfino a chi, non molto tempo fa, si è scagliato contro la ricerca sulle cellule staminali ed oggi contro l'aborto e sempre contro scienza e libertà civili, di parlare anche alla Sapienza nella mia intenzione significava marcare una netta differenza di metodo e dimostrare forza nelle convinzioni e nei principi. In ogni caso sarebbe stata una forte lezione di tolleranza a chi tollerante non è.

Fabrizio Zanelli ha detto...

Naturalmente Luigi ho il massimo rispetto per il tuo punto di vista sebbene mi vada appuntando la cosa affinché, in regime di libertà e democrazia, io abbia modo -spero quanto prima- e pur in linea con quella pacatezza e tolleranza che mi son proprie: minacciare alla tua esistenza, rovinare il tuo raccolto, uccidere i tuoi figli :-)))

A casina sua Il Papa che poi perde l'anello del Pescatore e va a finire che son costretti ucciderlo eheh

Anonimo ha detto...

Approfitto del commento per fare delle piccole ma dovute precisazioni riguardo al suo post:
1. Il Papa, si proprio questo Papa, è stato ed è ancor prima (almeno cronologicamente) che Sommo Pontefice docente;
2. Il Papa è stato invitato e non si è autoinvitato;
3. L'università è un luogo pubblico (quindi di tutti e non di una fetta della popolazione) e tra l'altro risulta fondata da un suo precedessore (Bonifacio) e già in passato ha avuto visite in tal senso;
4. L'incontro con Veltroni è stato (volutamente) riportato male dai mass media (visto che lo stesso Veltroni non si è mai dimostrato scosso ma anzi..)
5. 67 su 4500... penso che urga una riflessione su cosa si intenda nella società i diritti della maggioranza e della minoranza del paese...

Fabrizio Zanelli ha detto...

@spunto, ringrazio per le precisazioni ma, vede, credo che talune di queste siano almeno pleonastiche. In sintesi:
1. ...E dunque? Chi lo ha mai negato? Quale diritto ciò gli conferisce?
2. Temo lei non mi abbia letto con attenzione: non solo non ho mai sostenuto il contrario ma ho punto messo l'accento su quel che ritengo essere stato improvvido invito da parte del Rettore;
3. Di nuovo: cosa c'entra questo con l'invito formulato dal Rettore Guarini al Pontefice circa la lectio magistralis che questi avrebbe dovuto tenere (salvo, peraltro, già fare una lieve macchina indietro per puntare -come scritto- alla sola "riflessione" di Benedetto XVI)? Che l'università infine sia stata fondata da un Papa non comporta certo l'obbligo che ogni anno accademico debba venire aperto dal Pontefice;
4. Se prima avevo un sospetto ora ho una certezza: non solo lei non mi ha letto ma -soprattutto- non ha letto il discorso del Papa che riporto quale fonte bibliografica in calce al mio intervento e, badi, si tratta di fonte certa: il Vaticano.
5. Atteso che mi lascia indifferente la numerosità dei docenti che hanno sottoscritto la petizione al Rettore giacché io ho espresso il mio punto di vista su una scelta, quella del Rettore, del tutto censurabile considerato tanto il momento quanto l'uomo, che questi siano due o cento non sposta il discorso. Constato tuttavia che sul suo sito fa cenno a circa 5000 docenti mentre qui cita con certezza 4500. Io non so quanti essi siano e -ripeto- non è questo il punto (ancorché possa essere non secondario il peso intellettuale dei docenti firmatari rispetto ai restanti), osservo però che per citare dei numeri occorrerebbe anzitempo premurarsi con fonti incrociate di accertare il valore di quei numeri.

Vale ha detto...

Nessuno ha vietato al papa di andare.. lo hanno criticato e lui ha rinunciato alla visita. Non credo ami il contradditorio....