martedì 11 dicembre 2007

Warning

Io in fondo sono ricco. Parlo per me ma di certo potrei includere anche buona parte di coloro che talvolta mi leggono. Siamo ricchi a prescindere dal denaro di cui possiamo disporre e sarebbe sciocco far l'elenco delle piccole o grandi comodità di cui amiamo circondarci sino a non poter far a meno di qualcuna o buona parte di queste. Una certa tv di nicchia lontana dai clangori di isole, fratelli o anche solo dallo starnazzare della signora Ventura, ci pone però di fronte un'Italia diversa. Un'Italia che almeno io, colpevolmente, avevo un po' rimosso. Andando dietro ai proclami di chi ci vuole ricchi o anche solo, oggettivamente, vedendo una certa fatua italietta mi ero scordato dei poveri. Di quelli -tanti- che non arrivano a fine mese, di quelli che -come ben scrive Matilde ieri- fanno quei lavori umili che pensavamo relegati ad una certa compagine straniera (che peraltro non sposterebbe di una virgola l'onere sociale). E dunque? Potrebbe valere il motto di J.F.Kennedy: ""Se non riusciamo ad aiutare i molti che sono poveri non riusciremo mai a salvare i pochi che sono ricchi"". La politica interna dell'attuale governo americano sta provando quanto fosse vero quell'assunto. Non emuliamo sempre il peggio di quel Paese. Ravvediamoci per tempo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Secondo me quella frase ha retto anche la nostra politica, quella della prima repubblica prima del disastro...dai piani alti "spandevano" verso il basso un pò di benessere per poter stare bene loro e tenere tutti tranquilli. I maestri furono i signori della DC.
Adesso non sanno neanche rispettare quella regola, almeno di furbizia se non di "animo".
Irene