Ho intrattenuto in questi giorni una veloce corrispondenza con un ex volontario ai Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 che mi ha contattato in funzione del mio blog fotografico su Torino e in occasione della prossima apertura di un suo blog circa quell'Olimpiade. Ciò che mi piace qui sottolineare è l'aver in due righe ritrovato quello spirito.
Che il contributo dei volontari sia stato determinante per l'ottima riuscita di quei giochi è certo ma chi però non ha avuto modo di godere della loro gioia, del divertimento dell'entusiasmo legato alla consapevolezza di vivere la storia da protagonisti, non può capire perché i torinesi nel vederli, si commuovessero.
La piccola vanità di prendere i mezzi pubblici con la giacca a vento e i pass che li dichiaravano al mondo volontari con la subitanea ammirazione e sorrisi, sìsì proprio lo spontaneo sorriso, col quale gli occupanti dei bus li salutavano. Un immenso villaggio che quando la folla straripante bloccava i mezzi, la gente era quasi felice di scendere e mescolarsi tra loro.
La cortesia, il sorriso tra due guancine rosse dal freddo, la professionalità e la serietà quando occorreva. Ma anche le simpatie, gli amori nati sotto al mospheat, le amicizie che valgono una vita e che tra trent'anni li faranno ritrovare se non con l'agilità di ieri di certo con la maturità che il tempo ma anche il vissuto avrà contribuito a far di loro uomini e donne migliori. Come Luca.
venerdì 23 novembre 2007
Volontari per sempre
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