giovedì 29 novembre 2007

Specchio di tristezza

E' facile, troppo facile ridere di questa generazione di Casa Savoia. Se appena però ci si volta indietro a guardare, di questa nobil casa, le generazioni precedenti, il riso si trasforma in una smorfia di dolore ovvero sdegno quando non anche di disgusto. Con buona evidenza quindi v'è da ritenere ch'essi, nel corso dei secoli, si siano talmente involuti e chiusi su sé medesmi al punto di dare da quattro generazioni a questa parte la sensazione di aver a che fare se non con degli imbecilli, certamente con degli stolti.

D'altronde è parimenti facile cogliere, di un caso di cronaca: una speculazione commerciale di bassa lega messa in atto da un figuro non meno disgraziato -almeno sul piano morale- dell'assassino assoldato quale promotore pubblicitario, l'aspetto deteriore. Facile al punto da ritenerlo quasi una trappola affinché, da ciò, derivi grande pubblicità e dunque guadagno, facendo così il gioco del figuro (al secolo Alessio Sundas) del quale leggo nella preziosa biografia che mi auguro presto introdotta nei sussidiari scolastici, come, il giovine, già nel lontano 1988 calcasse le scene venendo introdotto in quel prezioso salotto, nota fucina di cultura, che rispondeva al nome di Maurizio Costanzo Show dove il nostro, là, si presentò quale "baciatore"...

Specchio dei tempi, dirà qualcuno. Vergogna vergogna vergogna, grido io.

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