giovedì 29 novembre 2007

Ragioniamoci su

A me piace molto tanto il dire quanto il modo e lo stile che trovo nelle righe di Irene Spagnuolo. Ciò, tuttavia, non significa con lei essere sempre completamente d'accordo. Stamane infatti Irene chiosa un "Beviamoci su" ove io mi trovo dissenziente in quella che parmi essere una sorta di comprensione generalizzata verso coloro che bruciano la loro vita, quando non anche quella altrui stordendosi nell'alcol e vomitando sul mondo il loro malessere.

Andrei cauto anche solo nel tentativo di voler troppo capire. Vi sono comportanmenti che talvolta strizzano l'occhio all'atteggiamento, al capriccio che gnaula la sua richiesta di attenzione: proprio quella che gli si va punto a dare. Il quadro dipinto da Irene infatti è ben calato nella realtà ma a mio modo di vedere, costoro, meritano l'attenzione che il buon genitore riserva al bizzo querulo.

Ciò perché, semplicemente, accanto a loro, esistono vivaddio e sono altrettanto molti, ragazzi che si divertono, vivono il loro tempo, masticano angosce, ingoiano delusioni ma imparano a anche a tirar dritto e a non cadere nella trappola che vuole metter loro in alto e in bella mostra l'etichetta del "disagiato-poverino". Quel fare, anzi disfare, non deve metterci nella condizione di sentirci in colpa per non aver saputo loro dare ideali ai quali aggrapparsi. Gli ideali sono quelli che ogni generazione, ogni individuo si costruisce con la vita di ogni giorno, col guardarsi attorno: maturando esperienze, macinando vita.

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