lunedì 19 novembre 2007

La Casta

Signori giornalisti: che voi verghiate un papiro o siate a manipolare i bit e i bytes affinché il papiro venga vergato per via elettronica, sappiate che ne abbiamo a ufo del censurabile uso che fate del Quarto Potere: della capacità cioé di influenzare il pensiero di coloro che vi leggono e talvolta vi ascoltano.

Se è vero che non si può esser solo organo di informazione ma sempre si finisce col divenir organo di opinione, è altrettanto vero che la leggerezza, la noncuranza e fin l'eccesso di superomismo, porta la vostra casta a ritenervi tanto al di sopra delle parti da perder di vista il buon senso, l'aggancio alla realtà, la risposta alle cinque fatidiche domande.

Siete superficiali, non incrociate le informazioni di cui siete divenuti in possesso, buttate lì una vostra verità e-chi-se-ne-frega se umiliate, rovinate, mortificate un individuo, una categoria, un pensiero, una dottrina. Conta solo il vostro ego, la firma e quel colpo di fortuna che andate inseguendo per far di voi il nome che conta, il lumicino in un firmamento di lumicini. Mai che perseguiate l'obiettivo di divenir luce, guida per chi, naufrago nel suo tempo, miri a voi come faro nelle tenebre del suo ignorare.

Siete la primaria causa di buona parte di quei delitti che vanno ripetendosi perché facile presa, il vostro puntiglioso e particolareggiato narrare, nelle menti dei più deboli, dei tarati. Muovete senso di impotenza di fronte all'ineffabile domanda idiota che puntuali, un'ora dopo l'assassinio, andate a porre al parente più prossimo della vittima: "Ma lei è disposto a perdonare?"...

Tacete della diatriba politica per renderci noto solo del sibilare dell'uno e dell'altro, rendete conto solo di ciò che risulta esser motivo di vendita ma non prestate orecchio al lamento dei più deboli né date rilievo al valore, solo, per voi, conta il clangore. Aveva ragione Quino quando fece dire a Mafalda: "Se consideri che i giornali scrivono la metà di quel accade e tieni conto che la metà di quel leggi è inventato, ne deduci che i giornali non esistono"

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