venerdì 16 novembre 2007

Al di là del confine, altri uomini

Che nel DNA dei francesi sia tra il resto insita l'indole rivoluzionaria è un fatto provato dalla storia al pari del DNA degli inglesi i quali non vedono l'ora di mettersi in coda e parlare del tempo. Un paio di giorni fa, tornando ai francesi, ho visto in qualche notiziario il Presidente francese Sarkozy andare incontro ai lavoratori dei trasporti in sciopero.

Le immagini -purtroppo- erano coperte dalla voce del cronistra italiano in studio ma due cose son risultate molto nette anche senza poter udire il dialogo. Presidente e lavoratori si son affrontati a muso duro a meno di 20 cm l'un l'altro (ed è molto poco davvero) abbaiandosi contro ognuno le proprie ragioni e al gesto di stizza del Presidente che si allontana, l'altro lo manda visibilmente a quel paese tanto che il Presidente già a qualche passo alza il braccio per farlo a sua volta.

Quale la morale. Prima di tutto l'esercizio del diritto allo sciopero è cosa seria e non una burla per render -da ultimo- il fine settimana un tantinello più lungo. Appena in secondo luogo ammiro tanto lo scioperante che difende il proprio pensiero a prescindere da chi gli stia di fronte, quanto il Presidente che esprime le sue ragioni senza frasi di comodo e, questo era certo dalle espressioni: niente affatto in politichese.

In ultimo, nel gioco delle parti, ci sta anche il reciproco invito a raggiungere "quel paese" senza che per questo uno dei due e cioè Sarkozy si sia alzato sulle punte belando: "Prendete le generalità di quell'uomo".

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