martedì 13 novembre 2007

Interrogatori al telefono

Ore 20:30, il telefono squilla e alla domanda su chi potrà mai essere a quest'ora, la signora ottantasettenne ottiene tosto risposta dal commissariato di zona che a sua volta pone con grazia le domande di rito circa il fatto che sia lei la signora tal dei tali via e numero. S-Sì, balbetta la poverina con un filo di voce e il cuore all'impazzata.

Perché vede signor Commissario noi si fa ancora parte di quelli che alla frontiera, ammesso mai di valicarne una in quest'Europa dove un giorno sono aperte e l'altro no a seconda degli accadimenti di turno, noi, si diceva, siam di quelli che assumono ancora la faccia colpevole. Noi signor Commissario, alla parola "polizia", non alziam le mani giusto perché in cuor nostro sappiamo di non avere commesso alcun delitto ma se appena ce lo chiedete eccoci a mani alzate. Si sa mai.

Esaurite le formalità di rito le vien chiesto se conosce il tale figlio di e residente a. No risponde sulle prime la signora ormai terrorizzata e, la perdoni signor Commissario, ha l'ardire di domandare, sìsì, ma pensi, ha letto bene, proprio: "domandare" e aggiungo "perché"... 'Azz un verbo e un avverbio (che in questo caso assume la valenza di sostantivo) dal micidiale effetto se combinati insieme: "Perché scusi?" e giustamente la risposta mette in risalto la differenza tra l'inquisito e l'inquisitore: "Per ragioni di privacy non possiamo dirlo".

E già. Potete però terrorizzare una persona anziana per telefono, che non ha la fantasia di rispondervi che no, per ragioni di tutela della privacy dell'interessato, evidentemente suo amante, no, non può dirvi se lo conosce o meno: e dunque prendete e andate a casa sua per domandarglielo formalmente, d'altronde, signor Commissario, lei converrà che qualsiasi cretino può formulare richieste al telefono.

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