giovedì 25 ottobre 2007

Avvocati compresi

Curiosa questa abitudine da ultimo in voga che potremmo definire: "del ritratto". Ecco, per coloro i quali il pensiero fosse con immediatezza corso verso leggiadre pennellate su tela volte a imprimere, nel ritratto, arcani sguardi piuttosto che eteree gote, no, non a quell'arte mi sto riferendo.

Mi riferisco infatti al meno aulico far macchina indietro di fronte alla precedente confessione di un delitto. Si parte da quei simpatici coniugi che nel massacrare i vicini di casa si son evidentemente dimenticati che uno, per sbaglio, è sopravvissuto e li ha dunque visti, per finire alla mamma stressata (si dice così?) che incapace di mollare un ceffone al figlio o alla figlia con promessa di secondo manrovescio se per caso osa piangere o peggio lamentarsi, lo uccide, la spinge giù dal balcone, li annega. Poverina.

"Tanto poi ritratto" sembra esser divenuto da ultimo il 'leit motiv' forse suggerito da avvocati di quint'ordine sull'onda del successo di politici di quart'ordine. Ancora manca l'accusa al giudice per esser stati fraintesi e poi il quadro (che non è una tela) è perfetto. Speriamo tutti trovino quella pace e quella serenità che evidentemente è loro necessaria all'ombra della grata di una cella che li inchioda là per vent'anni. Tutti. Avvocati compresi.

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