sabato 9 agosto 2008

Torinesi d'antan

Su una vecchia Lancia Dedra in una di quelle bufere di vento e pioggia che sempre più vanno caratterizzando le estati anche a queste latitudini, muore sulla tangenziale di Torino l'ing. Lorenzo Sibona: un cartellone stradale divelto dal vento lo uccide. Padre di due bambine Sibona era uno stimato professionista alle dipendenze di Pininfarina. "Sto arrivando aveva appena telefonato alla moglie"...

Andrea Pininfarina, Amministratore Delegato e Presidente della Pininfarina è colpito e scosso dall'accaduto. Conosce Sibona che stava per essere promosso a dirigente e si preoccupa perché alla sua famiglia venga garantita tutta l'occorrente assistenza, anche legale.

Sei giorni dopo, l'8 di Agosto dopo aver salutato la moglie con un "ci vediamo per pranzo", su una Vespa mentre raggiunge il suo ufficio, muore Andrea Pininfarina.

Qualche tempo fa su "La Stampa" venne pubblicata una lettera aperta diretta a Sergio Marchionne Amministratore Delegato del Gruppo Fiat, a firma di Lorenza Pininfarina (sorella di Andrea) allo scopo di promuovere una collaborazione tra Fiat e Bertone, perché "conosciamo i Bertone, è gente seria...". Così scriveva Lorenza Pininfarina.

Per chi avesse difficoltà nel mettere a fuoco cosa sia il rigore sabaudo, la riservatezza piemontese, il fare torinese nella sua essenza: può prendere a modello questi esempi. Sia chiaro, andare in ufficio in Vespa in luogo dal venir scarrozzati da autista su potenti berline non significa necessariamente mestizia. Pininfarina viveva in una villa del '700 sulla collina torinese e Sibona, sulla vecchia Dedra non si sentiva per ciò meno in gamba, meno ingegnere.

Aiutare, ove possibile, una azienda in difficoltà in luogo di godere del suo fallimento e farsi altresì carico di prendere in prestito 400 dei suoi dipendenti per alleggerire le conseguenze della crisi Bertone, farebbe sorridere quei sordidi profittatori pronti ad arricchirsi sulla pelle del prossimo mentre invece ciò è solo in linea col nostro modo di fare, quando non mette altresì in evidenza un grande cuore.

E' forse per questo che oggi, pur nello splendere un sole magnifico non usuale per il periodo, Torino si chiude triste attorno alle famiglie di questi galantuomini come già fece con la famiglia Agnelli e sono particolarmente lieto che tra i 738 necrologi (6 pagine) su La Stampa in memoria di Andrea Pininfarina manchino quelli dei parvenu, ovvero quelli di coloro così bene insediati nei posti chiave della politica istituzionale e così presi dall'indecisione in quale, tra i propri sultanati, trascorrere le miliardarie sbandierate vacanze. Io, qui, faccio con orgoglio mio, quanto va scrivendo il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, altra degna persona, nel salutare "...un illustre concittadino, uno stimato imprenditore, un amico sincero, un torinese".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Con ritardo, ma mi associo alle sue parole. Un pensiero alla famiglia.

Fabrizio Zanelli ha detto...

Gentile "Anonimo" non è senza sorpresa che ricevo oggi questo suo commento su un blog che per varie ragioni ho lasciato morire. In primo luogo son lieto che le mie parole la trovino concorde, appena dopo son io ad associarmi a lei nel ritenere che di questi esempi si avverta oggi la mancanza.