venerdì 8 febbraio 2008

Ciò che il buon conduttore non deve

Seguivo ier sera la trasmissione "Anno Zero" condotta in studio da Michele Santoro il quale, detto con franchezza, mi è sempre piaciuto poco. Ieri ha peraltro concesso a un giovane che, mi voglia scusare, non aveva capito un tappo circa la raffinata ironia del Senatore Colombo a proposito del belletto con cui Silvio Berlusconi dà a intendere egli rappresenti il "new deal" della politica italiana, insultasse, costui, ora gli uni ora gli altri con inusitata (ancorché per certuni versi comprensibile) veemenza ma, ed è questo l'intollerabile, con fare da trivio nella più volgare, sguaiata e oscena forma di espressione verbale. Una rappresentazione del turpiloquio indegna di una trasmissione televisiva se non seria, almeno normale. Sia chiaro: chi scrive non disdegna certo talune forme peraltro ormai parte del linguaggio comune ma il gratuito e l'ostentato a fine di mera spettacolarizzazione è deplorevole e inqualificabile. L'accusa di qualunquismo sul modo di condurre la trasmissione mossa dall'onorevole Prestigiacomo, mi vede del tutto concorde.

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