giovedì 8 novembre 2007

Bien Joué

Gentile Signora Brichetto Arnaboldi, tralasciando che in Italia non sia buon costume farsi chiamare col cognome del marito specie se questo è un tantinello più noto del proprio e volendo ignorare che il vestirsi di viola per andare a render omaggio a illustre scomparso specie nella veste di sindaco non sia punto la massima espressione del buon gusto, non possiamo tuttavia esimerci dall'osservare come all'uscita dalla camera ardente allestita per commemorare Enzo Biagi, ella abbia così chiosato:

""La mia presenza è in segno di affetto della città di Milano per un vero milanese, una persona che amava la nostra città e che ha saputo interpretare lo spirito più profondo della nostra città in una professione che è un simbolo per la nostra città"" (fonte TGcom e mie orecchie).

Orbene Signora Brichetto Arnaboldi, atteso che ripetere nello stesso periodo tre volte "città" non deponga a favore della preparazione ricevuta presso il Collegio delle Fanciulle (fonte Wikipedia) ma meglio si attagli alla pur veloce esperienza di attrice senza veli (fonte Il Giornale n. 227/2007), ciò che proprio Enzo Biagi non le passerebbe è quello di esser definito "vero milanese" e ciò non certo per disistima verso la città che l'ha eletta sindaco (bel coraggio) quanto perché il giornalista non ha mai nascosto, sino a farne un vezzo, l'amore per il suo borgo natio: Pianaccio. Un vero Emiliano Signora Brichetto Arnaboldi, mi creda.

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