venerdì 7 settembre 2007

Altra piazza altro pubblico

Ricordo di quell'unica volta che mi portarono al circo. Faceva freddo. Noi spettatori eravamo tutti compresi dai nostri cappotti e avvolti dalle nostre sciarpe, i clown no, i trapezisti men che meno, il domatore a torso nudo. Ricordo come se fosse un minuto fa quel senso di oppressione che via via chiude lo stomaco fin quando, unica soluzione per poterlo liberare, sembra sia il pianto. Così piansi a dirotto e più gli altri davano mostra di divertirsi più stavo male e piangevno ancora. Bell'esperienza il circo, eppure, il circo, non è che la tiritera della vita ove occorre far ridere così come metter in evidenza la propria bravura o il proprio fare ardimentoso.

Il circo della vita è quello stesso che, ieri, ha visto il mondo dello spettacolo ma anche -se non soprattutto- la televisione presente ai funerali di Gigi Sabani: non sufficientemente pagliaccio né gaglioffo né furbo o coraggioso da far buon viso a cattiva sorte. Fu accusato ed egli sparì. Il circo è andato avanti comunque e oggi si monta la tenda altrove. Avanti c'è posto.

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